Vorrei tornare a mangiare dell’albero della vita

Vorrei tornare a mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della vita perché vedo troppe morti intorno a me…
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male perché il male ruba troppo la scena…
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della vita perché in me c’è il desiderio dell’eternità ed il tempo mi sta stretto. Troppo stretto, mi scivola via…
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male perché il male ormai rende accettabile qualsiasi cosa pur di soddisfare le proprie voglie…
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della vita perché mi sento troppo gettato nel mondo…
Vorrei tornare a mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male perché la più grande beffa che il Diavolo abbia mai fatto al mondo è stata quella di convincere tutti che non esiste…

Ma come tornare all’eterno? Ma come tornare al principio? Ma come tornare all’inizio?

Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi
d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti.

Così il salmo 1 ci racconta come si fa a tornare all’Eden per poterci sfamare dell’albero della conoscenza del bene e del male e dell’albero della vita. Io non sono così. Mi sento piuttosto come l’altra faccia della medaglia che il salmo descrive:

Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
La via degli empi andrà in rovina.

Quindi come tornare all’eterno? Come tornare al principio? Come tornare all’inizio?
Nel libro: “L’uomo che piantava alberi” (vedi il filmato qui sotto), è scritto così nell’introduzione: “Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile”.

Oggi Gesù si rivela a noi, anche quest’anno, non solo come una persona indimenticabile, ma insostituibile; Egli è Colui che “sta” nella nostra vita. Egli con noi attraversa il tempo che ci è dato di trascorrere su questa terra. La sua presenza rivela la Sua personalità, la Sua passione, il Suo modo di essere. Isaia dice parla a Suo nome quando scrive nel suo libro: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve”.

C’è speranza quindi anche per me se sto con Gesù? Così Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi racconta il dialogo tra l’Innominato e Lucia: “M’hanno presa a tradimento, per forza! -disse Lucia- Perché? Perché m’hanno presa? Perché son qui? Dove sono? Sono una povera creatura: che le ho fatto? Nel nome di Dio….”
“Dio, Dio,” interruppe l’innominato: “sempre Dio: coloro che non possono difendersi da sè, che non hanno la forza, sempre han questo Dio da mettere in campo, come se gli avessero parlato. Che cosa pretendete con codesta vostra parola? Di farmi….?” e lasciò la frase a mezzo.
“O Signore! pretendere! Che cosa posso pretendere io poveretta, se non ch’ella mi usi misericordia? Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!

C’è sempre una parola che spacca il cuore di Pietro che ha tradito il Maestro, che spacca il cuore di pietra di chi tradisce il Maestro: il mio cuore di pietra; il tuo cuore di pietra…
All’Innominato Gesù disse: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!”.
A Madre Teresa di Calcutta, invece, disse: “Ho sete!”.
A san Francesco: “Va e ripara la mia Chiesa che, come vedi, va in rovina!”.
A san Filippo Neri: “Filippo, le tue Indie sono a Roma!”.
Al Beato Carlo Acutis: “Che giova all’uomo vincere mille battaglie se poi non è capace di vincere se stesso?”.
E quest’oggi Cristo che cosa dice a te?
Così scrive Sir William Blake nella sua poesia: “Gli auguri dell’innocenza”:
Vedere un mondo in un grano di sabbia e un universo in un fiore di campo, possedere l’infinito sul palmo della mano e l’eternità in un’ora.
Nel Vangelo di Giovanni al capitolo 12, quando alcuni Greci chiedono di vedere Gesù, Egli racconta loro la vicenda del chicco di frumento: “Se il chicco di frumento non cade nella terra e non muore, rimane solo; se muore porta molto frutto”.
Qual è il seme quindi che in questa Pasqua 2024 potrà portare frutto nella nostra vita?
Ricevere oggi il Corpo di Cristo nel palmo della nostra mano, questo è introdurci nell’eternità,
questo è nutrirci dell’Albero della vita, questo è imparare sempre di più ad amare il bene e fuggire il male.