Nelle sua intervista a “Che tempo che fa?”, papa Francesco ha trattato argomenti veramente importanti e di estrema attualità come la guerra, i migranti, la sofferenza, il dolore innocente, le emergenze ambientali… ma ha affrontato anche il tema della preghiera:
“Pregare è quello che fa il bambino quando si sente limitato, impotente, [dice] “papà, mamma”. Questo è il primo grido della preghiera. Ma se tu non credi che hai un papà, che hai una mamma vicino, non sai gridare, non sai chiedere. E pregare significa guardare i nostri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati, e dire: “Papà, guardami. Il tuo sguardo mi purifica, mi dà forza”. San Paolo dice che Dio è padre, e noi diciamo “papà”, non padre. E quando tu ti abitui a dire “papà” a Dio significa che stai andando bene, sulla strada della religione, ma se tu pensi che Dio è quello che ti annienterà nell’Inferno, se tu pensi che Dio se ne infischia della tua vita, che non gli importa, la tua religione sarà superstizione.
Per diventare gioiosi
Preghiera di San Thomas More sul senso dell’umorismo: “Io la prego da più di quaranta anni. È una preghiera per pregare tanto, ti fa tanto bene, ti fa relativizzare le cose e anche ti dà una gioia grande, ti fa gioioso. Questo fa tanto bene!”
Preghiera del buonumore
Dammi o Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi o Signore, un’anima santa,
che faccia tesoro di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato,
ma trovi alla Tua presenza
la via per rimettere di nuovo le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.
Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,
concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia
e possa farne parte anche ad altri. Così sia.