Visita Pastorale del Vescovo Mario

Caro Arcivescovo Mario, benvenuto nelle nostre Comunità! Nel darLe il benvenuto siamo contenti
di condividere questo tratto di strada insieme.

Papa Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium al n° 223 scrive: “Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici”.
Queste parole sono punto di riferimento costante. Avviare processi significa guardare l’orizzonte e contemporaneamente non perdere di vista il sentiero che ci potrebbe permettere di raggiungerlo.

Noi siamo contenti che oggi il nostro Vescovo sia in mezzo a noi. Questa felicità deriva anzitutto dal fatto che Ella è volto concreto di Gesù che si prende cura del suo popolo e di ciascuno di noi. Questa felicità deriva dal fatto che, celebrando l’Eucarestia, ci dona il corpo del Signore, pan di via, che sostiene nel cammino. Questa felicità deriva infine dal fatto che, camminando insieme, si rinfranca il rapporto di confidenza e fiducia che lega pastore e gregge.

Oggi vorremmo confidarLe alcuni desideri che albergano anche nel nostro cuore: il primo è convincerci sempre più che ciò che rende preziosa la nostra vita non sono le doti che abbiamo, ma le ragioni per cui le spendiamo; il secondo è togliere dal vocabolario le parole del lamento; il terzo è diventare cristiani e comunità originali rispetto al mondo perché non facciamo del bene solo a coloro da cui ci aspettiamo il bene, ma facciamo il bene anche a chi non ci vuole bene; il quarto desiderio li raccoglie, li riassume e si pone come fondamento: accrescere la nostra familiarità con Gesù perché ci aiuti a riconoscere Dio che è Padre, a rifiutare le immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo e a credere nel Padre che dona il suo Spirito per renderci figli nel Figlio.

Attendiamo la Sua parola autorevole perché ci rinfranchi nei percorsi già iniziati, perché ci indichi il cammino che dobbiamo intraprendere e perché ci scaldi il cuore quando il percorso diventa impervio oppure in salita e, di altopiano in altopiano, non solo sembra che la vetta non arrivi mai, ma che la vetta neppure ci sia, talmente nascosta dalle nuvole.

Vorrei concludere questo breve saluto con due frasi di Tolkien, tratte dal libro del Signore degli anelli. La prima così recita: “Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte”.
E la seconda: “Se volete trovare qualcosa, non c’è niente di meglio che cercare”.

La speranza e la ricerca sono le pennellate che Dio ha messo nei nostri cuori per renderci sempre più
desiderosi di Lui.

Grazie davvero e di cuore per la sua presenza Arcivescovo Mario!

Don Stefano