Festival della Missione

Continuiamo la letture dell’intervento di mons. Roberto Repole relativo al tema del Festival della Missione “Vivere per dono”.


“La missione, ormai, non è più solo quella ad gentes, verso i popoli lontani, ma deve svolgersi anche dentro questo nostro ambiente che formalmente ha ricevuto il Vangelo, ma ormai è in via di scristianizzazione. Ripartire dalla logica del dono ci aiuta in tutti i contesti, perché la gratuità è la quintessenza del Vangelo. Stando attenti a non tradirla.

Guardiamoci dalla tentazione di legare a noi le persone. Anche l’offerta del Vangelo è gratuita, aperta alla libertà dell’altro, che comprende la possibilità del rifiuto o dell’indifferenza.

Quando offre il Vangelo la Chiesa non fa altro che dire: c’è un posto per te in Dio. Ma l’ospitalità è un movimento in due direzioni: si apre uno spazio in chi fa il dono, ma anche in chi lo riceve.

Il missionario che parte ha un grande valore simbolico per tutti: ci dice che, se vogliamo tornare a offrire il Vangelo anche qui, dobbiamo attrezzarci con la stessa radicalità di chi lascia tutto, partendo per un’avventura che per molti versi rimane un’incognita. Come cristiani non abbiamo più confidenza con l’idea che annunciare il Vangelo possa incontrare anche un rifiuto tale da portare alla morte. È un richiamo alla radicalità che ci fa annunciare il Vangelo anche in mezzo all’indifferenza di oggi. Mi piacerebbe che chi parteciperà al festival della missione portasse a casa l’idea che senza la missione e l’urgenza di trasmettere Gesù Cristo agli altri non può esserci la Chiesa. Ma anche la consapevolezza della necessità di ripensare che cosa significa annunciare il Vangelo qui e oggi, facendo i conti fino in fondo con la cultura che viviamo e con il mondo in cui siamo immersi.”