50 anni di storia… guardando al futuro

Aventun anni, ho vissuto solo una parte dei cinquant’anni che festeggeremo il 23 di ottobre, ma si tratta della quasi totalità della mia vita, che ho trascorso in gran parte in questo luogo, imparando a chiamarlo “il mio oratorio”.

Ho cominciato come tanti bambini in prima elementare, con l’oratorio estivo “Nasi in sù”, nel 2009. Da allora sono poi iniziate tutte le attività: il catechismo il sabato mattina, la messa della domenica, le prove del coro, i pomeriggi di giochi… per poi diventare animatrice ed educatrice.

Se dovessi riassumere in poche parole l’esperienza di comunità ne sceglierei tre, tre verbi nello specifico, che secondo me la racchiudono: condividere, imparare e gioire.

Per il primo verbo sono tanti gli esempi semplici che si possono fare, come la condivisione ai pranzi o alle cene organizzate insieme, ma anche la condivisione di opinioni e pensieri nelle attività organizzate. Condividere è anche solo passare il proprio tempo insieme ed essere presenti alle iniziative proposte, accanto ad altre persone.

Ognuno dei parrocchiani condivide in tutto quello che fa la propria fede, nei gesti fuori
e dentro dall’oratorio.

Il secondo verbo, imparare, si riferisce soprattutto ai bambini e ai ragazzi, la fascia con
cui passo più tempo in parrocchia, ma non solo.

Ogni momento è uno spazio di apprendimento e conoscenza, per loro ma anche per me. La cosa più bella che mi abbiano mai mostrato i bambini è il loro sorriso, la loro allegria nell’arrivare la mattina, contenti di vedere gli amici e gli animatori e di poter giocare con loro.

Questo mi porta all’ultimo verbo, per alcuni versi il più importante: gioire. In parrocchia ci sono molti motivi per gioire e tante persone con cui condividere questo stato d’animo. Credo che per i giovani sia importante passare tempo in luoghi come questa parrocchia, dove possono guardare a figure che siano di esempio, come don Gianni, il primo parroco che ho conosciuto, e don Alessandro e don Stefano, modelli positivi attuali.

Per concludere, i quindici anni passati in questa parrocchia sono stati un grande percorso di crescita personale e spirituale, che spero di poter coltivare ancora in futuro, al fianco degli amici che ho incontrato qui e di quelli che incontrerò in futuro. La parrocchia di San Pietro è molto più di un edificio, è una comunità costituita da persone che condividono, imparano e gioiscono insieme e io sono grata di poterne fare parte.

Anna Tabata Canton