«Noi abbiamo gli orologi, ma Dio ha il tempo»

L’Avvento ci introduce in un tempo sospeso, un cammino di attesa e di incontro con Gesù, presente nella nostra storia e pronta a rinnovare il cuore di ciascuno. Per il 2025, il nostro slogan “Noi abbiamo gli orologi, ma Dio ha il tempo!” ci invita a guardare oltre la misurazione frettolosa del tempo umano, per scoprire la pienezza di una dimensione in cui passato, presente e futuro si intrecciano in un disegno di amore e speranza.

Il tempo, dono prezioso di Dio, si manifesta come memoria del passato, custode delle radici e delle esperienze che ci formano; come attesa fiduciosa del futuro, capace di accendere desideri e promesse; infine, come presente da «vivere» con consapevolezza, offrendo a ogni gesto il valore immenso della gratuità.

Gli adulti troveranno ispirazione nella “Tavola periodica” di Primo Levi, che con sottile profondità intreccia ricordi e scoperte, mentre i giovani saranno coinvolti dal “Canto di Natale” di Charles Dickens, parabola di redenzione e dono.

In questa prospettiva, la nostra comunità rinnova l’impegno di solidarietà attraverso la consueta raccolta fondi, ampliandola con un nuovo gesto: prima di ogni messa festiva, ogni parrocchiano potrà lasciare un cuore in una bacinella per ogni atto di amore gratuito compiuto. È così che il tempo si trasforma in offerta viva, preludio di un Natale che si fa presenza reale e trasforma la vita.

II logo (l’orologio con una lancetta a forma di cuore) e il motto dell’Avvento 2025: “Noi abbiamo gli orologi, Dio il tempo” ci dicono che possiamo arrovellarci a programmare ed incastrare appuntamenti nelle nostre agende…

I nostri calcoli però molte volte incontrano imprevisti e subiscono cambiamenti improvvisi…

In questo Avvento vorremmo che Dio fosse l’imprevisto più bello!

PER UNA LETTURA INSIEME:

P. Levi, IL SISTEMA PERIODICO, Einaudi, 2014 Torino

ore 18,00
Chiesa Ss. Magi :  lun 17, 24/11, 1/12;
Chiesa S. Pietro, mar 9/12

Perché regalarci la lettura del “Sistema periodico”?
Perché è un libro attraversato da un commovente incanto per il mondo, per la materia così com’è e dal senso di sfida per dominarla.

Sono pagine intrise di leggerezza, a volte un po’ malinconica, ma che libera una sorridente gaiezza nella descrizione appassionata delle piccole cose, dei minimi misteri (perché quelle vernici si sono impolmonate? sarà davvero idrogeno quello che abbiamo separato stanotte?), e vibra uno sguardo bonario per le umane bizzarrie e i tentativi di stare a galla sotto il cielo.

Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, piú alta e piú solenne di tutte le poesie digerite in liceo”. (pagina 40)