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Notizie da don Carlo Doneda a Cuba

Don Carlo Doneda, partito per una missione a Cuba, scrive ai suoi ex parrocchiani e amici per raccontare la situazione che sta vivendo e le difficoltà sanitarie legate alle zanzare. Riportiamo la sua lettera integrale.

Alcuni parrocchiani hanno anche organizzato una raccolta di farmaci da inviare a don Carlo. Qui tutte le informazioni.


Diario Baire
23 ottobre 2019

Carissimi ex parrocchiani di San Luca e amici,

rieccomi a scrivervi dopo aver vissuto con voi da lontano la Festa del nostro patrono. Devo dire che mi ha fatto un po’ effetto viverla, qui a Cuba, come una normale festa di un Santo.

Nel lezionario Romano leggiamo spesso il suo Vangelo e ogni volta che annuncio: “Dal Vangelo secondo Luca…”, il pensiero torna subito lì : san Luca è un po’ il nostro San Luca.

(Così come ogni riferimento alla Vergine della Carità patrona di Cuba, mi fa pensare alla Madonna patrona della mia prima parrocchia del Suffragio! Mentre per il “SS. Redentore” di Legnano i riferimenti, ahimè, sono più difficili…)

Il pellegrinaggio, la festa, il nuovo consiglio pastorale… vi seguo da vicino (anche se da lontano) augurandovi ogni bene e buon cammino.

Noi qui stiamo vivendo questo mese di ottobre verificando la pastorale missionaria delle parrocchie, per poi fare un’assemblea diocesana e una nazionale. Con il consiglio pastorale stiamo studiando come accompagnare chi vive nei quartieri lontani di Baire e non può facilmente venire in parrocchia: mi piacerebbe quest’anno iniziare lì le benedizioni delle case, per poi magari radunare chi lo desidera in una casa di preghiera e di catechesi, per infine sempre lì, di tanto in tanto, celebrare la messa.

Preghiamo perché il Signore ci doni i fedeli laici missionari che serviranno per questa iniziativa.

Ora preghiamo anche per i molti, parrocchiani e non, che stanno cadendo vittime delle malattie portate dalle zanzare: ieri ne hanno ricoverati più di cinquanta in un solo giorno, tra cui anche tanti bambini.

Le medicine che mi avete fatto arrivare tramite il gruppo che è venuto a visitare Cuba, sono già finite. Soprattutto le vitamine e il paracetamolo per combattere le febbri.

Purtroppo mancano le risorse per “fumigare” (disinfestare) ed è così impossibile contenere le zanzare, e alleviare la sofferenza della gente.

La crisi si sente anche in questo, e noi ci mettiamo nelle mani del Signore.
Io mi sono preso credo la Zika, ma per fortuna senza febbre, dolori o altro. Solo un sacco di puntini rossi sulla pelle. Ne sono uscito in una settimana, e non mi ha neanche impedito di dir messa e fare incontri e catechesi. Magari fosse così per tutti!

Ora ho messo zanzariere ovunque e ora la casa è libera dai fastidiosi voli diurni e notturni, anche se continuo a dormire sotto il mosquitero!

Dopo il mese missionario, stiamo già preparando quello della BIBBIA (novembre), con incontri, molto belli e partecipati, di tutti i sacerdoti in arcivescovado. Col vescovo presente tutti parlano e si ascoltano volentieri, approfittando delle esperienze ecclesiali molto diverse dei missionari italiani, spagnoli, polacchi… e dell’illuminante esperienza dei preti cubani, vecchi e giovanissimi, che aiutano a capire la fede di questo popolo e a inventare la pastorale.

Non molti qui conoscono la Bibbia o il Vangelo bene come da noi (!?!), anche perché è difficile procurarsela; ma ora pare che a l’Havana il Paolini siano riusciti a importarne un po’, che speriamo di poter comprare e dare almeno ai catecumeni e a quelli che parteciperanno agli incontri. Io sono felice di poter mettere presto a frutto l’amore per la Sacra Scrittura letta e meditata, che ci ha instillato già da giovani e da seminaristi il Card. Martini.

Il rischio è di non rendersi mai abbastanza conto che, molto di quello che noi preti italiani rischiamo di dare per scontato, come conoscenze anche minime, qui non lo è affatto. Domando ai catecumeni se sanno cosa e quanti siano i Vangeli?: e la risposta…

…♪ ♫ “non c’è, o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà!” ♬

Intanto, ridendo e scherzando, il primo novembre compirò il primo anno in Cuba, e dopo aver perso più di 15 Kg, devo dire che il pensiero di una futura scappata in Italia, ora mi fa venire, non più solo in senso figurato, l’acquolina in bocca! Vedremo quando il Signore vorrà!

Un abbraccio e un caro ricordo per tutti nella preghiera.

Alla prossima.

D. Carlo

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