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Il cocco e il tempo

Lo sport più praticato in queste prime due settimane di Quaresima è stato chiedersi: “Ma che cosa è questa noce di cocco?”; “Che ci fa una noce di cocco in mezzo all’altare?”; “Ma perché la si pianta? Non germoglierà mai! Ci vogliono almeno 27° gradi stabili…”. Andiamo con ordine.

Anzitutto sul bel volantino che don Alessandro ha preparato con cura per raccogliere tutti gli appuntamenti quaresimali ha voluto mettere un seme che germoglia.

Abbiamo imparato a conoscere la parola che è da commento a questa immagine: “Il Vangelo parla a tutti!”. Anche quest’anno vorremmo scommettere che (anche oltre il tempo di quaresima!) tante famiglie accoglieranno due membri della Diaconia per pregare insieme la Parola del Vangelo che leggeremo e commenteremo insieme le sere del martedì a san Pietro.

Ci piacerebbe che la proposta di leggere il Vangelo in famiglia possa accendere tanti semi di luce -piccoli sì, ma- luminosi al punto giusto da rendere chiara anche la notte. In questo camminare di famiglia in famiglia, abbiamo chiesto di essere accompagnati anche dai membri del Consiglio Pastorale che lo desiderano: non solo il Vangelo parla a tutti, ma interpella tutti!

E il cocco? Come la natura ci insegna, ci sono dei tempi che non dipendono dalla volontà di chi semina, ma dalla forza del seme: “I tempi del germoglio li conosce il mio Signore!” recitava una canzone di qualche anno fa.

Inoltre, sempre pensando al cocco, Gesù ha detto nel Vangelo di Giovanni: “Se il chicco non cade nella terra e non muore, rimane da solo, se muore, porta molto frutto!”. La boccia dentro la quale è inserito la noce di cocco è di vetro: il messaggio -neppure troppo velato- è che il processo di germinazione sia sotto gli occhi curiosi di tutti. In realtà c’è sempre uno spazio nascosto al nostro sguardo: c’è un dialogo misterioso tra il seme e la terra che ci è precluso. Il suo esserci precluso, però, non è sinonimo di assenza, ma di mistero. Gesù ha detto nel Vangelo: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa”. In questa Quaresima vorremmo imparare ogni giorno ad accettare questa frase che sembra così ingiusta: “Come, egli stesso non lo sa!”. Il lavoro di chi semina, però, non è mai direttamente proporzionale al risultato e Gesù ci dice con chiarezza che il risultato di questo rapporto non è mai a sfavore della Parola seminata o della fatica del seminatore! Allora torniamo al cocco e qui concludo.

Noi siamo seminatori e siamo terreno al tempo stesso. Il seme – che è la noce di cocco certo non è come il granellino di senapa: non possiamo dire di non averlo visto o non aver sentito la Parola che il Signore ci regala.

Poi noi sappiamo bene che papa Francesco nella Evangelii Gaudium ci dice che il tempo è superiore allo spazio. Non ci spaventa se al 31 marzo (Pasqua ndr) non ci sia neppure un germoglio. Non ci sarà nessun Deus ex machina che provvederà magicamente a far germogliare il seme. A suo tempo!

Forza quindi: una gamba avanti all’altra e si cammina… o meglio, si aspetta che la Parola dia frutto!

don Stefano

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